
“Beautiful Boy” di Felix Van Groeningen (2018)
Ispirato all’omonimo racconto autobiografico del giornalista David Sheff, “Beautiful Boy” mette in scena l’incrollabile amore di un padre (Steve Carell), catturato nella morsa della dipendenza da metanfetamine del proprio figlio (Timothée Chalamet).
Il tema della tossicodipendenza viene sviscerato nella sua complessità, abbattendo pregiudizi quali il retaggio sociale necessariamente svantaggioso implicato nello sviluppo di una dipendenza da sostanze o l’esistenza di precisi nessi causali, e relative facili soluzioni, coinvolti in questa spirale autodistruttiva.
Seppur di film sulla droga abbondi la storia del cinema, il pregio della pellicola è l’aver dato inconvenzionalmenterisalto al valore comunicativo ed enigmatico di tale agito adolescenziale nel contesto del sistema familiare, nonché alla sofferenza di un genitore, vero protagonista del film, alle prese con vissuti di onnipotenza ed impotenza, senso di colpa ed ambivalenza affettiva.