Un film significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, significa prolungare i giochi dell’infanzia.
F. Truffault
Tra cinema e psicologia corre un rapporto intimo di fertile e reciproca contaminazione.
Forma d’arte capace di penetrare negli spettatori con forza prorompente, il cinema rappresenta una possibilità di evasione momentanea dalla quotidianità. La sua magia poggia sulla capacità di condurci in una dimensione immaginativa, differente dalla realtà d’ogni giorno, ma non del tutto distinta da essa, un po’ come accade quando sogniamo o quando leggiamo.
Pensiamo ad esempio al calare del buio nella sala cinematografica ed alle sensazioni d’intorpidimento ed irrealtà, caratteristiche del risveglio, che ci colgono quando compaiono i titoli di coda e si riaccendono le luci. Cinema e sogno hanno di fatto molto in comune: entrambi ci consentono di appagare, parzialmente e impunemente, impulsi considerati proibiti. Non è un caso se erotismo e violenza sono spesso protagonisti delle pellicole.
Attraverso l’identificazione con i personaggi, viviamo le loro situazioni interiori come se ci appartenessero; complementarmente, tramite la proiezione, conferiamo agli stessi i nostri pensieri, desideri ed intenzioni. Ciò ci consente di soddisfare, a livello immaginario, i nostri bisogni e le nostre aspirazioni. Infine, grazie al potere della suggestione e della catarsi, è possibile liberare vissuti inibiti, bloccati nel profondo. Quante volte, nel corso di un film, abbiamo riso a crepapelle o ci siamo commossi sino alle lacrime, spesso senza comprenderne appieno il motivo?
Ma la grandezza del cinema non si limita a questo e negli ultimi anni si è assistito ad una valorizzazione delle potenzialità di questo strumento ai fini della crescita personale. Immergendosi con curiosità nell’atmosfera di un film, lo spettatore può far maturare, a ‘distanza di sicurezza’, capacità di riflessione sulle proprie modalità relazionali, sviluppare abilità di problem-solving ispirandosi alle modalità messe in atto dai protagonisti nel fronteggiare situazioni problematiche e migliorare la capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni, osservandole prendere forma sullo schermo.
CAREMIND Studio propone una sezione dedicata ai piccoli e ai grandi capolavori del cinema che, gettando luce sulle infinite sfumature della condizione umana, hanno segnato il nostro tempo, Spaziando tra rappresentazioni di dinamiche e conflittualità intrapsichiche, familiari e sociali, l’intento della rassegna proposta nella nostra “cineteca terapeutica” è quello di “colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima” (Ingmar Bergman).
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