La scuola è tra le principali fonti di stimoli per lo sviluppo cognitivo ed affettivo del bambino.
Il percorso educativo va quindi ben oltre la semplice didattica delle discipline insegnate e interessa variabili emotivo-motivazionali le quali sono di fondamentale importanza per un sereno ed ottimale sviluppo dell’individuo.
Il bambino a scuola è inserito in un contesto che, trasmettendogli delle conoscenze, lo mette continuamente alla prova.
L’ambiente scolastico per il bambino inoltre si caratterizza dalla presenza di pari età con caratteristiche diverse insieme ad adulti che hanno un ruolo educativo nei suoi confronti.
Ansia prestazionale, difficoltà relazionali e conflitti con i pari, aspettative elevate da parte dei genitori, gestione del fallimento, mancanza di motivazione e scarsa resistenza alla frustrazione sono alcuni esempi di elementi che fanno parte del vissuto quotidiano di ogni alunno ma vengono considerati solo marginalmente dalla didattica classica.
Per venire incontro integralmente alle necessità educative del bambino risulta quindi fondamentale affiancare a quest’ultima strumenti specifici di gestione e regolazione delle emozioni per fare in modo che queste possano essere utilizzate come risorsa dal bambino permettendogli di esprimere il suo massimo potenziale vivendo il contesto scolastico in maniera serena.
La presentazione si propone di descrivere un progetto di gestione e regolazione delle emozioni inserito nel contesto scolastico che venga incontro a questo tipo di necessità.
Il programma proposto segue un approccio in linea con i principi dell’Educazione Razionale Emotiva che si sviluppa attraverso tre fasi:
Attuare un piano di Educazione Razionale Emotiva nella classe significa creare delle esperienze di apprendimento attraverso le quali l’alunno acquisisce consapevolezza dei propri stati emotivi e dei meccanismi cognitivi che li influenzano, per poi applicare tali conoscenze per risolvere i problemi e le difficoltà che incontra nella vita scolastica.
Una delle principali differenze tra counseling psicologico e psicoterapia in età evolutiva rispetto all’adulto consiste nella necessità di costruire nel bambino, prima dell’inizio dell’attività terapeutica vera e propria, una serie di abilità di riconoscimento e monitoraggio delle emozioni che sono necessarie per l’applicazione del trattamento.
Le attività di cui il progetto si compone hanno quindi l’obiettivo di portare dal contesto clinico a quello scolastico le competenze che il bambino deve avere per fare in modo che le figure aventi un ruolo educativo nei suoi confronti possano interfacciarsi con lui e i suoi vissuti emotivi in maniera efficace.
Le abilità di riconoscimento delle emozioni in tutte le loro manifestazioni, la capacità di identificare i pensieri e le interpretazioni legate ad esse, combinate con specifiche strategie di fronteggiamento, andranno a costituire la base attraverso cui genitori, insegnanti ed eventuali altre figure di supporto potranno relazionarsi con il bambino.
La presenza dell’insegnante in classe e gli incontri previsti con i genitori, insieme agli homework assegnati al bambino da svolgere con loro, hanno lo scopo di favorire la massima generalizzabilità possibile delle abilità acquisite dal bambino, stimolandone allo stesso tempo l’utilizzo in contesti al di fuori da quello del progetto stesso.
Il progetto si struttura indicativamente in 10 sessioni di attività con gli alunni abbinate a 2 incontri con i genitori.
Nell’incontro preliminare con i genitori verranno descritte le varie fasi del progetto e verrà raccolto il consenso informato.
Nella descrizione delle sessioni con gli alunni verrà posta particolare attenzione alla spiegazione del razionale e della possibile ricaduta applicativa di ogni fase del progetto.
Di seguito verrà presentata una breve sintesi delle attività proposte divise per sessione al fine di dare un’idea di come il progetto andrà a svolgersi nello specifico.
Le attività, seppur caratterizzate prevalentemente dal metodo della lezione frontale, cercheranno il più possibile di stimolare la riflessione personale e la partecipazione interattiva da parte dell’alunno.
La struttura qui descritta è da considerarsi puramente indicativa in quanto verrà adattata in itinere a seconda delle specifiche esigenze della classe e del modo in cui le classi reagiranno alle attività.
Nella prima sessione verranno descritte le principali emozioni e la loro funzione con le rispettive risposte comportamentali, espressioni facciali e comportamento non verbale a cui esse sono legate.
Al fine di familiarizzare con i temi trattati verranno assegnati agli alunni esercizi in cui, ad esempio, verrà loro richiesto di elencare parole che conoscono le quali indicano emozioni, di riconoscere le espressioni facciali legate ad un emozione e di identificare le reazioni emotive tra loro opposte.
Nella seconda sessione verrà esposto il modello ABC delle emozioni che descrive le modalità di risposta emotiva in funzione dell’interpretazione cognitiva della situazione:
A – evento B – interpretazione cognitiva C – risposta emotiva
L’obiettivo della sessione è permettere al bambino di comprendere e familiarizzare con il modello al fine di favorire la sua consapevolezza delle modalità attraverso cui il pensiero e le interpretazioni disfunzionali delle situazioni tendenzialmente portano a reazioni emotive di disagio.
Nella terza sessione l’alunno verrà addestrato a riconoscere i principali virus mentali (distorsioni cognitive), modalità di pensiero disfunzionali che portano spesso ad emozioni spiacevoli.
I virus mentali sono modalità di pensiero che fanno riferimento a:
Per ognuna di queste modalità saranno svolti esercizi interattivi con lo scopo di fornire al bambino specifiche strategie di fronteggiamento.
Nella quarta sessione le abilità acquisite nelle unità precedenti verranno utilizzate come base per favorire nell’alunno una maggiore consapevolezza sul proprio dialogo interno e una modalità più razionale e adattiva di interpretazione della situazione.
Tramite attività interattive l’alunno imparerà a valutare le situazioni da più punti di vista al fine di selezionare la risposta emotiva e conseguentemente comportamentale più adeguata.
Nella quinta sessione verranno approfondite le tematiche della sessione precedente proponendo attività interattive che favoriscono la consapevolezza sul proprio dialogo interiore.
La sesta sessione sarà dedicata ad una discussione generale per verificare l’effettiva comprensione dei temi trattati e per favorirne la generalizzazione su altri contesti alternativi a quello in cui è avvenuto l’apprendimento.
Nella settima sessione l’attenzione del bambino verrà orientata sulle sensazioni corporee che generalmente sono legate alle emozioni, come ad esempio respiro, livello di tensione muscolare, postura e movimenti delle gambe.
Acquisita la consapevolezza di quelle sensazioni saranno insegnate specifiche tecniche di rilassamento che si compongono di abilità di controllo del respiro e della tensione muscolare.
Nell’ottava sessione verranno esposte le modalità ottimali per esprimere il proprio stato d’animo o il proprio disappunto.
Dopo una breve spiegazione introduttiva l’alunno, tramite attività di simulazione a coppie o di gruppo (role playing), verrà addestrato a comunicare ciò che sente senza turbare o ferire l’altro, adattando allo stesso tempo la modalità espressiva a seconda di contesto ed interlocutore.
Nella nona sessione le abilità acquisite relative al pensiero razionale e al dialogo interno verranno utilizzate per imparare a gestire in maniera ottimale situazioni di conflitto interpersonale con i pari età.
Tramite simulazioni a coppie e di gruppo il bambino potrà familiarizzare con le modalità comunicative apprese.
Nella decima e ultima sessione i temi trattati saranno discussi con la classe al fine di favorire una visione unitaria delle abilità acquisite da parte dell’alunno ed un uso delle medesime al di fuori del contesto in cui è avvenuto l’apprendimento.
Verranno inoltre raccolte le impressioni personali degli alunni relative allo svolgimento dell’attività nel suo complesso (Es.: unità di maggiore utilità o di più facile o difficile comprensione, difficoltà di generalizzazione delle abilità acquisite nelle vita quotidiana, ecc.).
Nell’incontro finale con i genitori verranno descritti e discussi gli esiti del progetto presentandone le dirette ricadute applicative per la gestione del bambino da parte del genitore nei contesti di vita quotidiana.