“Il lato opposto della pelle” di Luca Bonini (2018)

Scritto dal Dott. Luca Bonini, psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico, il romanzo ripercorre la storia di vita di Teresa (personaggio di fantasia), bambina complicata allontanata da un contesto familiare violento.

Ospite fino alla maggior età in una comunità d’accoglienza per minori, nel corso delle pagine il lettore è testimone delle trasformazioni della protagonista, che all’età di 31 anni, a seguito di una laurea in medicina, intraprende la specialistica in neuropsichiatria infantile, ritrovandosi a lavorare in un contesto comunitario non dissimile da quello in cui ha vissuto gli anni della sua adolescenza.

Lo stile narrativo evoca l’immersione nel taccuino degli appunti di un professionista della salute mentale, alle prese con pazienti che implicano la continua messa in discussione dei propri fantasmi familiari. Riprendendo le parole di Aldo Carotenuto le “ferite” dell’anima di Teresa rappresentano “feritoie” che le consentono di sentire dentro di sé la sofferenza dei suoi giovani pazienti, spesso non veicolabile a parole. Tale preziosa risorsa non è tuttavia scontata: la supervisione e la frustrante messa in dubbio del proprio “sapere” dimostra come a tal fine sia necessario una costante analisi delle sensazioni e delle emozioni esperite da Teresa nei percorsi di cura con i suoi pazienti. Tale lavoro viene dipinto quale necessario affinché le conseguenze emotive dei propri trascorsi, mai completamente consce,  non esitino in una “macchia cieca” che ostacola il trattamento, bensì in un indicatore affidabile di un processo terapeutico che deve lasciare sufficientemente spazio al nuovo e al diverso: le storie personali dei ragazzi che Teresa ha in carico.

Tra le righe, leggiamo inoltre una critica costruttiva ad una visione sociale che fa sentire i minori provenienti dalle comunità “anormali e sbagliati”, vissuti che molto spesso implicano profezie auto avveranti.

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