In questo breve romanzo autobiografico, il celebre scrittore giapponese Haruki Murakami ripercorre il faticoso e radicale cambiamento di abitudini che affrontò quando, parallelamente alla scelta di abbandonare la gestione di un jazz club per dedicarsi unicamente alla scrittura, decise di smettere di fumare tre pacchetti di sigarette al giorno e diventare un maratoneta.
Il valore letterario dell’opera non consiste unicamente nell’illuminare il rapporto di reciproca influenza tra corpo e mente, offrendo un coinvolgente ritratto dei momenti di debolezza e d’esaltazione della corsa quale attività sportiva; il libro si presta infatti ad una metafora del cammino lungo un percorso psicologico di conoscenza di sé stessi.
L’ambivalenza tra desiderio di cambiamento ed il timore di non farcela, tra costanza e periodiche tentazioni d’abbandonare i propri propositi, il controllo dei muscoli quale sviluppo progressivo di una capacità di regolazione dei propri stati d’animo, rappresentano dunque sfumature tanto della corsa quanto di un percorso psicoterapico volto alla valorizzazione di risorse personali sottovalutate e all’accettazione dei propri limiti.
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