“Le parole per dirlo” di Marie Cardinal (1975) 

In questo romanzo autobiografico la scrittrice Marie Cardinal, docente di filosofia e celebre icona del femminismo, ripercorre le tappe della sua rinascita attraverso un lungo percorso di psicoanalisi.

Nata in una famiglia autoritaria ed esposta all’educazione rigida e sessuofobica di un istituto religioso, quando per la prima volta varca la soglia dello studio del proprio analista, Marie, moglie trentenne e madre di tre figli, è schiava di importanti sintomi psicosomatici. L’angoscia che l’attanaglia e la spinge sull’orlo della follia e del suicidio, non ha nome; la malattia mentale, “la Cosa”, come Marie inizialmente la battezzerà, è infatti un male oscuro ed indicibile che l’accompagna ovunque, gettandola nel disordine, nella confusione e nella paura, isolandola progressivamente dal mondo e dai propri affetti.

La scrittura schietta, diretta e fortemente evocativa del romanzo enfatizza il valore della riscoperta di parole, sino allora vietate, negate, dimenticate, attraverso le quali Marie, nella cornice di un rapporto terapeutico, riuscirà a significare ciò che, in assenza di narrazione, trovava espressione nella propria sofferenza corporea.

Nel fiorire di ‘parole per pensare i propri pensieri’, nella condivisione e nel riconoscimento dei propri vissuti, l’autrice riuscirà a ricomporre il puzzle degli eventi esterni ed interni che hanno determinato la sua malattia, trovando nel dialogo analitico uno strumento di liberazione. 

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