La recente legge italiana in materia di ASD (n.134, 2015), esito di una lunga elaborazione scientifica e legislativa condotta a livello nazionale (D’Alema & Nardocci, 2008; Lg 21, 2011) e prima ancora internazionale (SIGN n.98, 2007) sancisce la necessità di promuovere e realizzare all’interno dei Servizi Pubblici programmi di intervento rivolti alle persone ASD caratterizzati da alto livello di appropriatezza e comprovata efficacia (Moderato P., 2003; Micheli, 2004).
Uno degli obiettivi dei suddetti interventi è quello di coniugare la pratica clinica evidence based (Mesibov & Shea, 2011) con la sostenibilità degli interventi stessi e l’ottimizzazione delle risorse.
L’approccio comportamentale risponde a tali requisiti (Moderato P., 1998) dato che per statuto epistemologico è basato sul metodo scientifico sperimentale.
La letteratura internazionale ha ampiamente documentato l’efficacia degli interventi psicoeducativi e terapeutici rivolti a bambini e adolescenti ASD (Schopler, 2003; Howard et al., 2005; Ospina et al., 2008; Volkmar et al., 2014) che si basano sul modello cognitivo – comportamentale (CBT).
L’applicazione dei protocolli CBT prevede azioni organizzate ed integrate che implicano una pianificazione dell’intervento e delle fasi di attuazione basata sulla formulazione di obiettivi precisi misurati ad ogni fase clinica significativa e sulla verifica a lungo termine dell’efficacia degli interventi.
I protocolli di trattamento CBT sono inoltre impostati in modo da assicurare la continuità e la coerenza dei trattamenti, secondo un approccio globale e life-span ai problemi della persona con ASD.
Nel nostro Paese tale impostazione trova molti ostacoli e difficoltà nella sua attuazione per diverse ragioni tra cui l’elevato costo degli interventi più efficaci ed indicati dalle linee guida (Keenan et al., 2010), la ristrettezza delle risorse disponibili e il basso numero di professionisti specializzati operanti all’interno dei Servizi Pubblici.
Dall’analisi dell’attuale situazione è ormai evidente che l’impostazione del lavoro clinico rivolto a questi pazienti risulta quasi esclusivamente assistenziale, contenitiva, aspecifica e costosa, oltre che scientificamente e metodologicamente inadeguata.
Da qui emerge la necessità di utilizzare in maniera intensiva e specifica le risorse della rete sociale dei bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico.
Il modello operativo integrato richiede il coinvolgimento in forma cooperativa delle famiglie e della scuola in tutte le fasi del processo, cioè a livello decisionale, attuativo e di verifica finale.
La presente iniziativa ha lo scopo adattare competenze specialistiche dell’ambito della terapia del comportamento dei disturbi dello spettro autistico al fine di trasmetterle a genitori e insegnanti di sostegno, cioè le figure aventi ruolo educativo per la persona con autismo.
Il professionista, oltre ad intervenire direttamente, in questo caso insegna ad implementare tecniche comportamentali che hanno lo scopo di:
– favorire le autonomie;
– sviluppare abilità sociali e comunicative;
– gestire comportamenti problema.
Il tutto tenendo in considerazione le peculiarità della sintomatologia dei disturbi dello spettro autistico che possono influenzare l’efficacia delle tecniche e interagire col funzionamento della persona.
Coinvolgere e fornire una formazione specifica a genitori ed insegnanti permette di aumentare il livello di intensività e specificità dell’intervento con un aumento dei costi praticamente nullo in rapporto alla situazione di partenza.
L’iniziativa si snoda in 5 sessioni di formazione che sono organizzate nel seguente modo:
– principi generali dell’apprendimento e della terapia del comportamento;
– adattamenti della terapia del comportamento nell’ambito dei disturbi dello spettro autistico;
– approfondimento delle caratteristiche e della sintomatologia specifica che interagiscono in maniera significativa col funzionamento della persona;
– presentazione ed esercitazione su casi specifici (Es: gestione di comportamenti problema specifici e pianificazione di un intervento per favorire un comportamento specifico legato alle autonomie);
– presentazione ed esercitazione su casi specifici (i casi possono essere presentati dai partecipanti) e ripasso generale dei temi trattati.
OBIETTIVI GENERALI
DESTINATARI
METODOLOGIE
DURATA
Il progetto si struttura indicativamente in 5 sessioni di attività di durata di 60-90 minuti le quali possono essere adattate a seconda delle necessità dei destinatari.
D’Alema, M., & Nardocci, F. (a cura di) “Tavolo Nazionale di Lavoro sull’Autismo”. Ministero della Salute, Febbraio 2008. www.ministerosalute.it;
D’Alema, M., & Nardocci, F. (2008). Il tavolo Nazionale sull’Autismo presso il Ministero della salute. Autismo e disturbi dello Sviluppo, 6, 151-164.
Howard, J.S., Sparkman, C.R., Cohen, H. G., Green, G., & Stanislaw, H. (2005). A comparison of intensive behaviour analytic and eclectic treatments for young children with Autism. Research in Developmental Disabilities, 26, 359-383.
Keenan, M., Dillenburger, K., Moderato, P., & Röttgers, H.R. (2010). Science for sale in a free market economy: But at what price? ABA and the treatment of autism in Europe. Behavior and Social Issues, 19, 124-141.
Mesibov, G.B., & Shea, V. (2011). Evidence – Based Practices and Autism. Autism, 15 (1), 114-133. http://aut.sagepub.com/.
Micheli, E. (2004). La scelta dell’intervento terapeutico per l’autismo e altri disturbi pervasivi dello sviluppo: confusioni, differenze e linee guida. American Journal on Mental Retardation, 1, 114-124.
Moderato, P. (1998). A behaviour analyst in the land of behaviour therapy, or the evolution of behaviour science. In E. Sanavio (Ed.), Behavior and cognitive therapy today (pp. 189-198). Oxford: Pergamon Press.
Moderato, P. (2003). L’efficacia degli interventi psicoeducativi: la ricerca. In Lomascolo T., Vaccaio A., Villa S. (Eds), Autismo: modelli applicativi nei Servizi (pp.163-186). Brescia: Vannini.
Ospina, M.B., Krebs Seida, J., Clark, B., Karhaneh, M., Hartling, L., Tjosvold, L., Vandermeer, B., & Smith, V. (2008). Behavioural and developmental interventions for autism spectrum disorder: a clinical systematic review. PLoS ONE, 3(11), e3755.doi:10.1371/journal.pone.0003755.
Schopler, E. (2003). Treatment for autism: from science to pseudoscience or antiscience. Chapter in Research basis for Autism Intervention. Trad.it. Trattamenti per l’autismo: dalla scienza alla pseudoscienza all’antiscienza. Autismo e disturbi dello sviluppo, 1 (3), 401 -418.
Volkmar, F., Siegel, M., Woodbury-Smith, M., King, B., McCracken, J., & State, M. (2014). Practice Parameter for the Assessment and Treatment of Children and Adolescents with Autism Spectrum Disorder. Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 53 (2), 237-257.