“Nonostante i disturbi di personalità costituiscano la patologia emotiva che si riscontra più frequentemente nella pratica clinica, è lavorando con questi pazienti che gli esperti impegnati nel campo della salute mentale si rendono conto dei limiti della loro professionalità. Gli individui con disturbo della personalità affollano le liste dei fallimenti terapeutici, delle interruzioni premature del trattamento, degli invii ad altri servizi psichiatrici…”
(Vaillant – Perry)
Criteri diagnostici generali per un Disturbo di Personalità (DSM IV-TR)
A. Una modalità di comportamento e di esperienza soggettiva marcatamente diversa da quella attesa in relazione alla cultura individuale che si rende evidente in due o più delle seguenti aree:
B. Tale modalità è stabile, inflessibile e pervasiva attraverso un ampio raggio di situazioni sociali e personali
C. Ne risulta un significativo disturbo o difficoltà sociale, occupazionale o in altre aree rilevanti
D. Stabile, di lunga durata e di precoce esordio, giovanile o adolescenziale
E. Non può essere considerato come l’effetto di un altro disturbo mentale
F. Non è la conseguenza diretta di sostanze, farmaci o cause mediche diverse (ad es. trauma cranico).
Le persone che soffrono di disturbo borderline di personalità possono avere un’immagine di sé instabile in modo persistente, cioè improvvisamente cambiano i propri obiettivi, aspirazioni, valori con un intenso vissuto di drammaticità, può succedere per esempio di passare rapidamente dal ruolo di bisognoso di aiuto a quello di vendicatore di un torto subito in precedenza. Queste oscillazioni influiscono negativamente sull’autostima.
Inoltre una caratteristica peculiare è data dall’instabilità emotiva, per esempio possono verificarsi rapide oscillazioni tra intensi stati di rabbia, furia, dolore, vergogna, panico, terrore. Può succedere di essere frequentemente afflitti da sensazioni di inutilità, dall’idea di essere fondamentalmente difettati e da un feeling cronico di vuoto e solitudine. Queste persone si annoiano facilmente e possono costantemente ricercare qualcosa da fare. Questa instabilità può dar luogo a stati mentali di caos emotivo incontrollato.
L’umore è molto instabile: si verificano passaggi repentini (anche nell’arco della stessa giornata) tra intensa euforia e profonda tristezza a prescindere dalla situazione reale, o anche irritabilità e ansia episodica, che di solito durano poche ore alternati a momenti di maggiore sintonia ed equilibrio.
L’aspetto più evidente e preoccupante del disturbo borderline è una marcata impulsività che si manifesta con comportamenti potenzialmente dannosi per la persona stessa.
L’ impulsività può essere di due tipi: l’autolesionismo (gesti o minacce di suicidio, automutilazioni) e una forma più generale di impulsività (abuso di sostanze, disturbi alimentari, scoppi verbali d’ira, guida spericolata, gioco d’azzardo, spendere soldi in modo irresponsabile, condotte antisociali); l’impulsività è una reazione al vuoto e al caos emotivo, lo scopo è cercare di sentirsi vivi (in contrapposizione allo stato di vuoto) oppure sentirsi quieti e sicuri (in contrapposizione allo stato di caos) oppure non sentirsi affatto.
Il disturbo borderline di personalità è anche un disturbo della relazione che impedisce l’instaurarsi di rapporti amicali o amorosi stabili e durevoli a causa di una pervasiva e violenta paura di essere abbandonati e di cambiamenti improvvisi e drammatici della visione degli altri (che possono essere visti alternativamente come supporti benefici o come crudelmente punitivi).
Per questa ragione si possono assumere comportamenti dipendenti (mettersi a disposizione dell’altro, dedicarsi a lui o idealizzarlo), essere apprensivi e preoccupati davanti a segnali ambivalenti dell’altro
(ogni segno di leggero distacco è una minaccia di abbandono dirompente), avere bisogno di esercitare il controllo sulla relazione anche in modo paranoico.
La modalità relazionale sarà dunque instabile ed intensa, caratterizzata da sforzi disperati volti ad evitare abbandoni reali o immaginati. Il rapporto con l’altro o con gli altri può essere tumultuoso, caratterizzato da frequenti discussioni, ripetute rotture, da sentimenti di fiducia/disponibilità/idealizzazione dell’altro alternati a vissuti di dipendenza/indegnità/svalutazione. Si può reagire ricorrendo a strategie difensive che alimentano il rischio di una rottura relazionale, come respingere il partner in anticipo con rabbia per evitare di essere poi abbandonati; manifestare rabbia eccessiva di fronte a separazioni reali anche se limitate nel tempo, o a cambiamenti inevitabili di progetti; empatizzare con gli altri e coccolarli con la pretesa di ricevere da loro la soddisfazione dei propri bisogni.
La nostra equipe accoglie questo tipo di sofferenza con una modalità integrata. Si propone una psicoterapia individuale basata sul legame e sul transfert; si aprono anche attività di gruppo sia in forma di auto-sostegno e di confronto, che di gruppi terapeutici tenuti dalla nostra terapeuta specializzata in terapie specifiche.
L’accoglienza è anche improntata su una reperibilità costante sull’urgenza, con contatti personali con il terapeuta e con un contenimento immediato ed efficace in situazioni di sofferenza acuta.
1. FASE DI INCONTRO ED ACCOGLIENZA
2. FASE DI COSTRUZIONE DEL LEGAME ED INIZIO DEL PERCORSO TERAPEUTICO
3. FASE DI CONTINUAZIONE DELLA TERAPIA DOPO IL CONSOLIDAMENTO DEL LEGAME
4. FASE DI ELABORAZIONE DEGLI STRUMENTI INTERNALIZZATI
5. GESTIONE DELLA FASE DI SEPARAZIONE