Disturbi della personalità


“Nonostante i disturbi di personalità costituiscano la patologia emotiva che si riscontra più frequentemente nella pratica clinica, è lavorando con questi pazienti che gli esperti impegnati nel campo della salute mentale si rendono conto dei limiti della loro professionalità. Gli individui con disturbo della personalità affollano le liste dei fallimenti terapeutici, delle interruzioni premature del trattamento, degli invii ad altri servizi psichiatrici…”

(Vaillant – Perry)

Che cosa sono i disturbi della personalità?

Criteri diagnostici generali per un Disturbo di Personalità (DSM IV-TR)

A. Una modalità di comportamento e di esperienza soggettiva marcatamente diversa da quella attesa in relazione alla cultura individuale che si rende evidente in due o più delle seguenti aree:

  1. Cognitiva (modalità di percepire o interpretare sé, gli altri, gli accadimenti)
  2. Affettività (ampiezza, intensità, labilità o appropriatezza delle risposte emozionali)
  3. Funzioni interpersonali
  4. Controllo degli impulsi

B. Tale modalità è stabile, inflessibile e pervasiva attraverso un ampio raggio di situazioni sociali e personali

C. Ne risulta un significativo disturbo o difficoltà sociale, occupazionale o in altre aree rilevanti

D. Stabile, di lunga durata e di precoce esordio, giovanile o adolescenziale

E. Non può essere considerato come l’effetto di un altro disturbo mentale

F. Non è la conseguenza diretta di sostanze, farmaci o cause mediche diverse (ad es. trauma cranico).

Che cos’è il disturbo Borderline di personalità?

Le persone che soffrono di disturbo borderline di personalità possono avere un’immagine di sé instabile in modo persistente, cioè improvvisamente cambiano i propri obiettivi, aspirazioni, valori con un intenso vissuto di drammaticità, può succedere per esempio di passare rapidamente dal ruolo di bisognoso di aiuto a quello di vendicatore di un torto subito in precedenza. Queste oscillazioni influiscono negativamente sull’autostima.

Inoltre una caratteristica peculiare è data dall’instabilità emotiva, per esempio possono verificarsi rapide oscillazioni tra intensi stati di rabbia, furia, dolore, vergogna, panico, terrore. Può succedere di essere frequentemente afflitti da sensazioni di inutilità, dall’idea di essere fondamentalmente difettati e da un feeling cronico di vuoto e solitudine. Queste persone si annoiano facilmente e possono costantemente ricercare qualcosa da fare. Questa instabilità può dar luogo a stati mentali di caos emotivo incontrollato.

L’umore è molto instabile: si verificano passaggi repentini (anche nell’arco della stessa giornata) tra intensa euforia e profonda tristezza a prescindere dalla situazione reale, o anche irritabilità e ansia episodica, che di solito durano poche ore alternati a momenti di maggiore sintonia ed equilibrio.

L’aspetto più evidente e preoccupante del disturbo borderline è una marcata impulsività che si manifesta con comportamenti potenzialmente dannosi per la persona stessa.
L’ impulsività può essere di due tipi: l’autolesionismo (gesti o minacce di suicidio, automutilazioni) e una forma più generale di impulsività (abuso di sostanze, disturbi alimentari, scoppi verbali d’ira, guida spericolata, gioco d’azzardo, spendere soldi in modo irresponsabile, condotte antisociali); l’impulsività è una reazione al vuoto e al caos emotivo, lo scopo è cercare di sentirsi vivi (in contrapposizione allo stato di vuoto) oppure sentirsi quieti e sicuri (in contrapposizione allo stato di caos) oppure non sentirsi affatto.
Il disturbo borderline di personalità è anche un disturbo della relazione che impedisce l’instaurarsi di rapporti amicali o amorosi stabili e durevoli a causa di una pervasiva e violenta paura di essere abbandonati e di cambiamenti improvvisi e drammatici della visione degli altri (che possono essere visti alternativamente come supporti benefici o come crudelmente punitivi).

Per questa ragione si possono assumere comportamenti dipendenti (mettersi a disposizione dell’altro, dedicarsi a lui o idealizzarlo), essere apprensivi e preoccupati davanti a segnali ambivalenti dell’altro

(ogni segno di leggero distacco è una minaccia di abbandono dirompente), avere bisogno di esercitare il controllo sulla relazione anche in modo paranoico.

La modalità relazionale sarà dunque instabile ed intensa, caratterizzata da sforzi disperati volti ad evitare abbandoni reali o immaginati. Il rapporto con l’altro o con gli altri può essere tumultuoso, caratterizzato da frequenti discussioni, ripetute rotture, da sentimenti di fiducia/disponibilità/idealizzazione dell’altro alternati a vissuti di dipendenza/indegnità/svalutazione. Si può reagire ricorrendo a strategie difensive che alimentano il rischio di una rottura relazionale, come respingere il partner in anticipo con rabbia per evitare di essere poi abbandonati; manifestare rabbia eccessiva di fronte a separazioni reali anche se limitate nel tempo, o a cambiamenti inevitabili di progetti; empatizzare con gli altri e coccolarli con la pretesa di ricevere da loro la soddisfazione dei propri bisogni.

Slide di approfondimento

CAREMIND Studio per il disturbo Borderline di personalità

La nostra equipe accoglie questo tipo di sofferenza con una modalità integrata. Si propone una psicoterapia individuale basata sul legame e sul transfert; si aprono anche attività di gruppo sia in forma di auto-sostegno e di confronto, che di gruppi terapeutici tenuti dalla nostra terapeuta specializzata in terapie specifiche.

L’accoglienza è anche improntata su una reperibilità costante sull’urgenza, con contatti personali con il terapeuta e con un contenimento immediato ed efficace in situazioni di sofferenza acuta.

1. FASE DI INCONTRO ED ACCOGLIENZA

  • Colloquio di incontro e di condivisione del disagio
  • Valutazione della motivazione
  • Condivisione delle risorse che CAREMIND Studio può mettere a disposizione

2. FASE DI COSTRUZIONE DEL LEGAME ED INIZIO DEL PERCORSO TERAPEUTICO

  • Scelta iniziale di un percorso con alternative scelte in base alla persona e alla situazione:
    • Psicoterapia individuale
    • Supporto psicofarmacologico
    • Psicoterapia di gruppo
    • Sostegno comportamentale
    • Gestione delle dipendenze
    • Colloqui di gruppo
    • Psicoterapia di gruppo
    • Auto-aiuto
    • Psico-educazione ai familiari o a chi la persona desidera coinvolgere
    • Tecniche di gestione della rabbia
    • Tecniche di rilassamento
    • Training autogeno
    • Focalizzazione delle problematiche di comorbidità e lavoro sulle medesime (cibo, autolesionismo, aggressività, abuso di sostanze, tentativi di suicidio)
  • Stabilire un legame con delle regole personalizzate e un piano di reperibilità pattuito
  • Focus sulle difficoltà emotive maggiori
  • Condivisione conoscitiva della natura del disturbo
  • Sostegno ai familiari se necessario e/o ai partners

3. FASE DI CONTINUAZIONE DELLA TERAPIA DOPO IL CONSOLIDAMENTO DEL LEGAME

  • Elaborazione delle paure, dei traumi, delle relazioni, spostamento dall’autodistruzione alla gestione della frustrazione e della rabbia
  • Introiezione della presenza dell’Altro come base solida
  • Lavoro sulle dinamiche di attaccamento sano sia individualmente che in gruppo
  • Consolidamento di tecniche di rilassamento

4. FASE DI ELABORAZIONE DEGLI STRUMENTI INTERNALIZZATI

  • Mentalizzazione e rinforzo
  • Acquisizione delle risorse acquisite nel setting per esternalizzarle
  • Lavoro sull’IO che diventa LIBERTA’ e non DIPENDENZA

5. GESTIONE DELLA FASE DI SEPARAZIONE

Video di approfondimento

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Bibliografia e fonti

  • Kernberg – Terapia basata sul transfert
  • Kernberg – Relazioni d’amore
  • Cancrini – L’oceano borderline
  • Searles – Il paziente borderline
  • McWilliams – Psicoterapia psicoanalitica
  • The psychopathology of the girl with the dragon tattoo
  • Mario Rossi Monti – Autolesionismo
  • Moskovitz – Lost in the mirror