L’esigenza di strutturare una progettualità integrata, che avesse come focus principale i vissuti relativi alla maternità dalla prospettiva femminile, nasce dall’accoglienza quotidiana a CAREMIND Studio dei racconti delle donne che hanno attraversato o stanno attraversando questo delicato e speciale momento di vita. Sono racconti intensi, raccolti in uno spazio d’ascolto in cui ci si sente spesso un po’ più libere di dar voce – oltre alle gioie – anche a tutte quelle sfaccettature legate alla fatica, ai dubbi, alle emozioni discordanti e, talvolta, contraddittorie, che fanno parte di questa esperienza ma che non di rado vengono taciute, banalizzate o minimizzate davanti agli altri, spesso per non sentirsi “strane” o “diverse”.
L’immaginario sociale, infatti, tende per lo più a proporre rappresentazioni della gravidanza e della maternità idilliache, immagini rassicuranti all’insegna di quello che Sophie Marinopoulos definisce “il falso mito dell’istinto materno”, in cui si sottende e si promuove l’idea che ogni donna abbia dentro di sé una naturale capacità di calarsi in modo fluido nel ruolo e nell’identità di madre non appena ha tra le braccia il suo bambino.
E’ una prospettiva che poco contempla difficoltà, dubbi ed espressione di sentimenti che possono essere a tratti contrastanti; oppure, quando lo fa, tende (talvolta a sproposito) a porre queste situazioni automaticamente sotto l’etichetta di “depressione post-partum”. Si rischia così di perdere di vista quanto la maternità sia invece un’esperienza di vita ricca di sfumature, diversa per ogni donna, in cui l’incontro con questa parte di se stesse ed il loro viaggio di costruzione, pur affondando le radici nella propria individualità, intima e unica, può passare attraverso un turbinio “fisiologico” di emozioni (più o meno turbolento), parte transitoria di un processo di adattamento ai molti cambiamenti che interessano tale periodo.
CAREMIND Studio si propone di valorizzare queste sfumature e di accompagnare le future mamme e le neomamme con delicatezza e rispetto, offrendo un supporto a seconda delle specifiche necessità: dalla consulenza volta a chiarire “semplici” dubbi, alla terapia più strutturata qualora ce ne fosse bisogno, passando per attività più specificamente assistenziali a domicilio.
Per quanto le attività e i percorsi proposti possano andare a coinvolgere sia i/le partner che i bambini, le principali destinatarie del progetto sono le mamme.
Ma quando è possibile dire che “è nata una mamma”? Parafrasando Daniel Stern, la nascita di una madre non necessariamente coincide con la nascita del proprio figlio, non ha luogo in un momento specifico; talvolta si diventa madri prima nel ventre, altre prima nella mente; è un percorso a tappe di continua costruzione, ri-costruzione e consolidamento di una nuova identità.
La nuova identità di madre può sbocciare in un momento qualsiasi della gravidanza,
per configurarsi poi con maggior precisione dopo la nascita del bambino
e dispiegarsi pienamente dopo parecchi mesi di cure a casa,
quando la mamma si rende conto di essere divenuta tale anche ai propri occhi.
D.N.Stern, N. Bruschweiler Stern
Per questo motivo ci rivolgiamo non solo alle donne in gravidanza, ma anche a quelle che ne stanno pianificando una o hanno partorito da poco, senza dimenticare le mamme adottive: riteniamo infatti che essere genitori non sia unicamente un legame di sangue.
Generare un figlio non significa già essere madri o padri.
Ci vuole sempre un supplemento ultra-biologico, estraneo alla natura,
un atto simbolico, una decisione, un’assunzione etica di responsabilità.
M. Recalcati
Il team CAREMIND Studio impegnato nel progetto è composto prevalentemente da una figura psicologica ed una educativo-pedagogica che collaborano e si coordinano portando avanti contemporaneamente due filoni d’intervento: da un lato, una presa in carico degli aspetti psico-emotivi (psicologa) e dall’altro un supporto di stampo pratico e comportamentale (educatrice).
Inoltre, a seconda della tipologia di progetto impostata, il lavoro di rete può essere allargato prevedendo il coinvolgimento e la collaborazione di ulteriori figure professionali (ad esempio, ostetriche e fisioterapiste di fiducia), oltre che di punti di riferimento sul territorio (come associazioni che operano nell’ambito della maternità, paternità e perinatalità).
AREA PSICOLOGICA
AREA EDUCATIVA
E all’improvviso la sensazione di diventare madre le si attaccò al corpo
come neve caduta abbondante e silenziosa durante la notte.
F. Caramagna
L’intervento psicologico, che sia sottoforma di consulenza, sostegno o psicoterapia, mira innanzitutto a promuovere la salute delle donne e creare uno spazio non giudicante di espressione personale, in cui dare voce a ciò che si vive e un nome a ciò che si prova; uno spazio in cui prendersi cura dei cambiamenti caratteristici di questa fase di passaggio in cui si diventa mamme: quello che si trasforma non è, infatti, solo il corpo, ma anche il proprio mondo interiore, di coppia, sociale e lavorativo.
Come si è già detto, pensieri ed emozioni possono essere contrastanti in queste fasi di vita e non sempre l’immaginario e le aspettative trovano un riscontro con il vissuto “reale”.
La maternità è un’esperienza radicale dell’attesa perché mostra come l’attesa non sia mai padrona di ciò che attende. Ogni vera attesa è, infatti, attraversata da un’incognita: non si sa mai cosa o chi si attende, non si sa mai come sarà il tempo alla fine dell’attesa. L’attesa scompagina il già conosciuto, il già saputo, il già visto sospendendo ogni nostro ideale di padronanza.
M. Recalcati
Confrontarsi individualmente con un terapeuta o intraprendere un percorso psicoterapico più strutturato può essere utile, ad esempio, a:
Si segnala che al sostegno/terapia individuale della mamma può essere affiancato, in parallelo e all’occorrenza, un sostegno individuale anche per il/la partner.
Infine, talvolta può rivelarsi invece utile un intervento che coinvolga entrambi i membri della coppia, con focus diverso a seconda della specificità della situazione: sulla “coppia genitoriale” (ad esempio, in sostegno nell’adattamento al nuovo ruolo genitoriale) o sulla “coppia relazionale” (ad esempio, in presenza di situazioni interne conflittuali, con ricadute anche sul piano genitoriale).
Non è possibile essere una madre perfetta.
Ma ci sono milioni di modi per essere una buona madre.
J.Churchill
Il cambiamento e l’incontro/scontro con le pregresse aspettative possono investire anche la nuova routine domestica che può rivelarsi faticosa e stancante: i ritmi dei bambini spesso sono molto diversi da quelli degli adulti e per le neomamme può non essere semplice adattarsi rapidamente a questa “nuova normalità”. Fin dal momento di rientro a casa dopo il parto, gestire adeguatamente i bisogni del bambino, coniugandoli con la gestione della casa e delle varie incombenze quotidiane, può essere alquanto difficoltoso: avere un appoggio concreto, in una fase così delicata, può diventare quindi una risorsa preziosa.
I neonati, inoltre, hanno necessità ed esigenze molto specifiche; di conseguenza, preparare un ambiente domestico sicuro, funzionale e “a misura di bambino” è di fondamentale importanza, sia per il benessere del neonato, sia per una più facile gestione di tutto il ménage familiare.
L’educatrice si pone quindi in veste di supporto al fianco delle mamme con rispetto, senza mai sostituirsi a loro: le sostiene sia emotivamente che nel concreto e le accompagna promuovendone l’empowerment.
Prendersi cura della nascita significa prendersi cura della nascita della madre e di quella del bambino.
S. Marinopoulos
Al fine di poter contare su un appoggio concreto e familiare all’interno delle mura domestiche, le seguenti proposte educative ideate da CAREMIND Studio sono di tipo domiciliare:
INCONTRO E ACCOGLIENZA
COSTRUZIONE DEL PROGETTO ed AVVIO DEL PROGETTO
Il bambino chiama la mamma e domanda:
“Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?”
La mamma ascolta, piange e sorride
mentre stringe al petto il suo bambino:
“Eri un desiderio dentro al cuore”
R. Tagore