Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto. Non è questo che più stanca. E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli.
J. Korczak
Crescere è un viaggio intenso ed emozionante, in cui s’intervallano sentieri tranquilli, salite, discese… e di tanto in tanto qualche parete rocciosa da scalare. E’ un cammino di scoperta e conquista, in cui bambini e genitori procedono insieme, seppur con bagagli e andature differenti.
A volte succede che le famiglie vengano chiamate a fronteggiare situazioni complesse nelle quali anche i più piccoli possono vivere un momento di particolare difficoltà: supportarli ed accompagnarli offrendo loro uno spazio all’interno del quale possano sentirsi liberi di esprimere pensieri ed emozioni, è il cuore dei percorsi educativi proposti dallo studio CAREMIND Studio.
“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”
Questo antico proverbio racchiude invece il principio base e lo spirito su cui si fondano le attività che vengono proposte: ogni percorso prevede infatti il coinvolgimento diretto della famiglia, primo ed imprescindibile riferimento affettivo ed educativo dei bambini e dei ragazzi.
L’esperienza maturata in questi anni di lavoro con bambini, ragazzi e genitori, ci ha resi nel tempo sempre più consapevoli che solo attraverso la condivisione del progetto, la collaborazione e il dialogo con i genitori è possibile attuare interventi efficaci e duraturi nel tempo.
A CAREMIND Studio ogni situazione viene inquadrata nella sua unicità e si concordano percorsi personalizzati a seconda delle specifiche esigenze della famiglia, poiché si ritiene che ogni bambino sia unico a modo suo e vada rispettato nel suo essere e nei suoi tempi.
Ognuno è un genio.
Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità ad arrampicarsi sugli alberi
lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido
A. Einstein
I progetti CAREMIND Studio rivolti ai minori e alle famiglie prevedono sempre una presa in carico che viaggia su due binari paralleli:
Il ponte di comunicazione tra questi due binari è costituito dal confronto continuo tra psicologo ed educatrice che, pur rispettando la privacy sia dei figli che dei genitori, si scambiano le informazioni necessarie per coordinare il lavoro e far sì che i due binari possano andare nella stessa direzione.
Va sottolineato che a CAREMIND Studio crediamo molto nell’importanza di tutelare lo spazio d’ascolto ed espressione dei minori, a prescindere dall’età, ed in particolar modo quando si tratta di pre-adolescenti e adolescenti. Oltre ad essere una forma di rispetto nei loro confronti, questa per noi è soprattutto diventata, nel tempo e con l’esperienza, una prassi operativa consolidata e quella che crediamo essere una valida scelta metodologica di lavoro (ove percorribile).
Per questo motivo in molti casi chiediamo ai genitori uno sforzo particolare, soprattutto ad avvio percorso, ossia quello di rispettare tale spazio e confine, comunicando unicamente con il proprio terapeuta e non con l’educatrice (o il terapeuta) del figlio. Questa “regola” viene dichiarata apertamente davanti ai minori stessi, che non di rado si sentono rassicurati, tutelati e più sereni nella possibilità di esprimersi liberamente: aspetti imprescindibili per poter portare avanti un lavoro autentico, mirato ed efficace.
Ovviamente si tratta pur sempre di una presa in carico di bambini e ragazzi: oltre che per i vari doveri etici, professionali e legali, in primis rispettiamo assolutamente anche il sentire genitoriale e per questo motivo non si trascura di esplicitare che qualora dovessero emergere problematiche importanti, ne saranno messi immediatamente al corrente.
Di seguito, un approfondimento delle varie proposte, suddivise per area, a partire dalle quali vengono costruiti i progetti personalizzati.
AREA PEDAGOGICA – EDUCATIVA
AREA PSICOLOGICA – TERAPEUTICA
Dobbiamo rispetto, se non umiltà,
per la bianca, la candida, l’immacolata, la santa infanzia.
J. Korczak
Quando si parla di Pedagogia, a CAREMIND Studio vengono sempre messi al primo posto quelli che sono i principi di un’Educazione rispettosa dei reali bisogni dei bambini, un’educazione attenta e sensibile alle particolarità e alle potenzialità di ognuno, oltre che alle personali modalità di manifestazione ed espressione del mondo emotivo.
Prediligiamo metodi educativi che prendano in considerazione ogni aspetto della persona, dalle sue caratteristiche più estrinseche a quelle più intrinseche e nascoste.
Molte delle attività che vengono proposte prendono infatti spunto, ad esempio, dalla pedagogia montessoriana o steineriana, approcci che pongono l’accento sul riconoscimento e la valorizzazione dell’individualità e originalità di ogni bambino, favorendo l’espressione delle sue caratteristiche uniche e personali, senza imporre schemi prefissati o standardizzati.
Di fondamentale rilievo nel lavoro svolto con bambini e adolescenti, è avere a disposizione molteplici tecniche e strumenti che diano la possibilità ad ognuno di loro di sperimentare e trovare un canale preferenziale, talvolta nuovo, per esprimere ed imparare a gestire i propri stati emotivi.
Il Team di CAREMIND Studio offre quindi diverse attività a carattere sia intellettuale che manuale, studiate e realizzate sulla base delle esigenze e delle caratteristiche individuali.
I laboratori creativi sono delle opportunità formidabili per potersi esprimere attraverso diversi linguaggi, anche non convenzionali e originali. All’interno di questi laboratori vengono utilizzati:
Tutte queste modalità espressive possono essere utilizzate singolarmente o pluralmente secondo le finalità del percorso educativo intrapreso.
Attraverso di esse, il bambino e/o l’adolescente ha l’occasione di sperimentare ed esternare ciò che sente e prova in modo libero e privo di giudizi, primo step fondamentale che apre le porte all’apprendimento dell’auto-regolazione emotiva.
All’interno dei laboratori creativi s’inserisce anche il laboratorio di gioco simbolico: particolarmente utile con i bambini più piccoli, dà loro l’occasione di poter “mettere in scena” momenti della vita quotidiana e di rielaborarli. Inoltre, facilita l’espressione di emozioni particolarmente forti come la rabbia e la paura, che sono spesso tenute nascoste o espresse in modo disorganizzato da chi le prova.
Altri due laboratori sono l’arte e la danza terapia, ancor meglio definiti come arti espressive. Quest’ultime operano con l’obbiettivo primario del ben-essere dell’individuo, consentendo un miglioramento e potenziamento:
Questi ultimi due laboratori, dando completo spazio di manifestazione, puntano anche all’elevazione delle proprie capacità e della creatività.
La capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività.
D. W. Winnicott
Per vivere una vita creativa, dobbiamo perdere la nostra paura di essere in errore.
J. C. Pearce
I burattini hanno grandi potenzialità come strumenti educativi poiché stimolano comunicazione, espressione e socializzazione. Il burattino, essendo un oggetto transizionale, si propone come mediatore fra il sé e il non-sé e per questo può favorire la percezione dell’altro, soprattutto in bambini particolarmente chiusi o introversi.
L’utilizzo dei burattini:
Questo tipo di attività vengono svolte all’interno dell’ambiente domestico, entrando così nel mondo personale del bambino e dell’adolescente. Utilizzare questo tipo di setting ambientale può essere molto utile nelle situazioni in cui il bambino e/o l’adolescente abbia la necessità di acquisire alcune autonomie specifiche (come il dormire nella propria stanza; tenere in ordine i vari ambienti domestici; svolgere i compiti in autonomia ecc.). Inoltre, si tratta di attività educative molto utili qualora si presentino difficoltà di socializzazione e con ragazzi che faticano ad uscire dall’ambiente domestico.
Un problema di un bambino è sempre un problema familiare.
S. Minuchin
Con questa frase Salvador Minuchin, pioniere della terapia familiare, ha evidenziato l’impossibilità di comprendere davvero un bambino senza prendere in considerazione i contesti che abita.
La psicoterapia familiare si pone l’obiettivo di ridare voce e competenza ai bambini e agli adolescenti, considerandoli non solo dei “minori da tutelare”, ma anche e soprattutto come una risorsa attiva nella terapia con la famiglia.
Nella presa in carico della famiglia, il presupposto di partenza è che il sintomo o il disturbo del paziente si configurano come una risposta (elaborata nei primissimi anni di vita) allo stile di cura utilizzato dai genitori, funzionale al mantenimento della prossimità con essi.
Il bambino (o l’adolescente) diventa quindi l’intera impalcatura della terapia con la famiglia e la storia della famiglia, come sottolinea Andolfi, ri-letta e scritta con un nuovo significato, diventa un “farmaco” potentissimo in grado di curare i sintomi infantili, restituendo al sistema familiare confidenza e fiducia nelle proprie competenze relazionali.
Il lavoro CON la famiglia risulta utile, in particolare, per affrontare situazioni quali:
Numerosi sono i comportamenti dei bambini che possono dar pensiero ai genitori: la consulenza psicologica diventa uno spazio utile per capire quando i comportamenti bizzarri sono “normali” differenziandoli da quando, invece, sono campanello di allarme di sofferenze celate.
S’interviene per sostenere le famiglie di bambini e adolescenti che esprimono:
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività riguarda tutti quei bambini ed adolescenti che presentano una gamma di comportamenti persistenti e problematici relativi alla scarsa attenzione, concentrazione, controllo degli impulsi o iperattività, ed interferiscono con il “funzionamento” sia a casa che a scuola.
Le ripercussioni a livello familiare sono molteplici, dalla difficoltà nella gestione domestica, a quella scolastica.
La presa in carico della famiglia permette ad ogni componente di avere uno spazio d’ascolto che si lega nella storia del sistema per ridare significato al sintomo, comprenderlo e quindi gestirlo.
L’intervento prevede un incrocio specifico di quel bambino in quella famiglia e in quella scuola, la presa in carico è dell’intero sistema.
L’intervento psicologico ha come obiettivo primario sostenere la genitorialità in tutte le fasi della separazione, ponendo particolare attenzione alla dimensione della sofferenza e della rabbia di tutti gli individui coinvolti, e per evitare che i figli subiscano una quota di dolore così grande da trasformarsi in sintomo.
Quando un padre ed una madre si separano, infatti, i figli si trovano di fronte ad un problema senza alcuna (apparente) soluzione: voler bene a due persone che non si amano più e talvolta, addirittura, si odiano. Anche i genitori sono spesso assillati dai dubbi: “restiamo insieme per non provocare maggiore dolore?”, “lo diciamo a cose fatte?”, “mi vorrà vedere ancora?”, “come e quando presento il/la mio/a nuovo partner?”.
Lo spazio d’ascolto/terapia risulta utile per dare voce a queste domande e trovare le risposte più adatte ad ogni sistema familiare.
(enuresi, encopresi, dermatiti, tic, balbuzie, gastrite, colite, ulcera, asma disturbi del sonno)
Il corpo ci arriva prima.
M. Vetere
Molto spesso il corpo è la via scelta dalla psiche per dire l’indicibile: diventa quindi il terreno per una sanguinosa battaglia, che permette così all’essere umano di esprimere una condizione di conflitto emotivo, di malessere psicologico che può venire riconosciuto, mentalizzato e verbalizzato.
L’intervento terapeutico mira a tradurre in parole i sintomi somatici, ridando loro un canale di comunicazione adatto.
Sempre più frequentemente le famiglie si trovano a dover fare i conti con problemi scolastici dei figli che poco hanno a che fare con la scarsa voglia di studiare, e che dopo numerose difficoltà e ricerche, prendono il nome di disturbo specifico dell’apprendimento (dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia).
L’intervento psicologico mira a fornire una valutazione approfondita del tipo di disturbo per costruire un progetto di potenziamento degli aspetti di apprendimento carenti, monitorando costantemente lo stato di benessere dei bambini/ragazzi, attraverso percorsi specifici.
Nella presa in carico delle famiglie con bambini con DSA i progetti prevedono uno spazio di ascolto per tutti gli adulti di riferimento e la collaborazione con la scuola è costante e continuativa.
La valutazione prevede un minimo di 3 incontri durante i quali vengono somministrati test specifici per l’apprendimento e test intellettivi, successivamente viene fornita una relazione ed una proposta di intervento di durata variabile, durante la quale vengono somministrati ulteriori test per monitorare l’andamento del percorso e ridefinire la diagnosi. Il progetto prevede anche la supervisione scolastica per la costruzione del Piano Didattico Personalizzato.
Il coinvolgimento della famiglia diventa il ponte tra il bambino e l’immagine che ha di sé, che spesso risulta con scarsa autostima e senso di autoefficacia. Risulta quindi fondamentale fornire ai genitori ed agli insegnanti, tutti gli strumenti utili a sostenere il benessere psicologico dell’intero sistema che regge il bambino.
Le varie figure professionali che lavorano al progetto cooperano e comunicano fra loro a cadenza regolare in modo da essere sempre aggiornate sull’evoluzione del progetto.
Qualora ce ne fosse necessità o esplicita richiesta da parte degli enti o della famiglia, collaboriamo di prassi in sinergia con scuole, insegnanti, medici e figure di tutela dei minori.
Incontro e Accoglienza
Primo incontro per i genitori con la referente dello studio, la psicologa e la pedagogista in cui, attraverso l’ascolto e la raccolta della storia famigliare, vengono focalizzate e analizzate le problematiche al fine di attuare un percorso di supporto e aiuto che tenda alla risoluzione delle criticità riscontate.
Costruzione e Condivisione Del Progetto
Incontro di restituzione con i genitori nel quale viene presentata la proposta elaborata dal Team CAREMIND Studio, concordando obiettivi, tempi, modalità di attuazione e costi.
Il progetto prende vita