“Se mi lasci ti cancello (Eternal sunshine of the spotless mind)” di Michel Gondry (2004)

Oltre l’apparenza di commediola umoristica e fantascientifica, “Eternal sunshine of the spotless mind” è un’opera cinematografica complessa e affascinante, vero e proprio capolavoro sulla “psicologia della memoria” e sul ruolo determinante di questa funzione psichica nella costruzione e nel mantenimento dell’identità.

Tra Joel (Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet), due apparenti sconosciuti in viaggio sullo stesso treno, è attrazione immediata; non sanno di avere alle spalle una relazione d’amore conclusasi con la scelta di eliminare dalle proprie menti la testimonianza dei giorni trascorsi insieme grazie ad una procedura neuroradiologica di mappatura e soppressione dei ricordi. 

Da un lato il film ben evidenzia come l’esito depressivo di eventi quali lutti o separazioni dai propri oggetti d’amore, sia espressione di un difetto nel “processo dell’oblio”, tale per cui la portata emotiva di eventi dolorosi del passato, non potendo andare incontro aelaborazione e “dimenticanza”, viene avvertita come costantemente attuale, soggiogando il presente e rendendo impossibile uno sguardo fiducioso rivolto al futuro.

La pellicola mostra tuttavia gli effetti collaterali di una completa impossibilità di ricordare, suggerendoci come la soppressione di ricordi ad opera di meccanismi di difesa attivati nel fronteggiamento di situazioni dolorose/pericolose, possa condannare ad un’eterna ripetizione della situazione rimossa (meccanismo centrale nella reiterazione di esperienze traumatiche).

Il film testimonia come spesso attraversare uno stato di sofferenza psichica consista nel trovar la “giusta armonia tra ricordo ed oblio”, accreditando inoltre la famosa citazione freudiana secondo la quale è “possibile dimenticare realmente, solo ciò che si è ricordato”, pietra angolare di ogni percorso psicoterapeutico.