“The experiment” di Paul Scheuring (2010)

La pellicola è ispirata ad un discusso esperimento di psicologia sociale condotto da un team di ricercatori diretto dal Dott. Philippe Zimbardo presso l’Università di Standford nei primi anni ’70. 

Tale studio consisteva in un’indagine sul comportamento umano all’interno di un’istituzione, in cui gli individui erano definiti unicamente dal proprio gruppo di apparenza. A tal fine vennero reclutati su base volontaria 20 soggetti, che furono distribuiti in maniera casuale in due sottogruppi, prigionieri e guardie, in modo da studiarne le interazioni all’interno di un carcere simulato.

Come mostrato nel film, l’adozione di uniformi e di una serie di rigidi protocolli, atti a favorire la coesione nei due sottogruppi, comportò una temporanea perdita del senso d’identità personale nei partecipanti, con conseguente allentamento del senso di responsabilità nei confronti dei propri impulsi distruttivi.

L’assunzione di un ruolo istituzionale indusse tanto i detenuti quanto le guardie ad assumere le norme del proprio gruppo di riferimento quale unico valore al quale uniformare il proprio comportamento; nel giro di alcuni giorni iniziarono a manifestarsi episodi di violenza fisica e psicologica talmente drammatici da indurre i ricercatori a sospendere la sperimentazione.

Se in precedenza le teorie sull’aggressività vertevano quasi esclusivamente su fattori interni all’individuo, l’esperimento, nonostante le comprensibili critiche, fu decisivo nel dimostrare la portata dell’influenza esercitata dal contesto nel determinare le condotte individuali. A tal fine fu coniata l’espressione “Effetto Lucifero”.