
Numerosi autori si sono interrogati sulla guerra, sulla sua necessità e possibili alternative. L’articolo ripropone il famoso carteggio dove Freud risponde ad Einstein che essa è il prodotto di una pulsione distruttiva interna all’individuo (Thánatos) ed al fine di arginarla è possibile ricorrere solo alla sua pulsione antagonista, Eros, garante dei legami emotivi. Successivi pensatori descrivono l’esperienza bellica come l’elaborazione paranoica di un lutto, dove l’intollerabile e inaccettabile angoscia della propria morte, della propria finitezza, necessita di essere espulsa attraverso l’individuazione di un nemico esterno. L’articolo prosegue con interessanti riferimenti al sottile quanto necessario equilibrio tra le divinità greche Estia, dea del focolare domestico ed Hermes, dio del cambiamento e si conclude sottolineando i rischi di impoverimento delle relazioni umane e del proprio Sè, insiti nella costruzione di un senso di identità personale e nazionale mediante la ‘chiusura dei porti/ponti’ con l’Altro, lo straniero che ci abita.