Amicizia e disabilità: rassegna di ricerche

Le dimensioni dell’amicizia

  • Frequenza e intensità degli scambi sociali
  • Condivisione
  • Reciprocità
  • Presenza di conflitti
  • Coinvolgimento affettivo
  • Intimità
  • Criterio di somiglianza
  • Divertimento

Amicizia ed età

Bambini di 3-4 anni definiscono amico: «colui con cui giocare, a cui prestare o da cui farsi prestare un gioco» (Bigelow, la Gaipa, 1980). 

Caratteristiche rapporti di amicizia nella prima infanzia (Berti- Bombi, 2005):

  • Giochi di fantasia più complessi
  • Sguardi e scambi reciproci più frequenti
  • Condivisione di attività e stati affettivi

Bambini di 7-11 anni definiscono l’essere amici con: «essere leali, mantenere un segreto, riconciliarsi dopo un litigio, sincerità, essere fedeli, divertirsi nel tempo libero, studiare insieme» (Bigelow, la Gaipa, 1980).

Caratteristiche rapporti di amicizia nell’età scolare:

  • Giochi strutturati
  • Compiti scolastici
  • Partecipazione a gruppi formali
  • Scambi in rete
  • Soluzione di problemi
  • Comunicazione sui propri stati affettivi

Rapporti di amicizia nella disabilità

Pijl, Forstad e Flem (2008) hanno trovato che bambini con disabilità vengono spesso isolati, hanno meno amici e hanno più difficoltà a stringere rapporti di amicizia.

Odom, Brown, Schwartz, Zercher e Sandall (2002), hanno osservato che, se in generale ogni bambino in qualche momento dell’infanzia sperimenta comportamenti di rifiuto a suo carico da parte dei coetanei, si nota che i bambini con sviluppo tipico hanno un tasso di rigetto del 10%, invece i bambini con menomazioni hanno un tasso maggiore che si aggira attorno al 30%.

De Boer, Pijl, Post e Minnaert (2013), indagano due aspetti legati alla partecipazione sociale degli studenti con menomazione ovvero: l’accettazione dei pari e le amicizie. 
Nello studio, è stato considerato un campione di 65 studenti con menomazione tra gli 8 e gli 11 anni. È emerso che le ragazze con menomazione sono meno accettate dalle coetanee dello stesso sesso quando mostrano questioni sociali in classe.

Il tipo di disabilità sembra non influenzare l’accettazione. Riguardo l’accettazione di un compagno all’interno di un gruppo, le ragazze tendono a fare riferimento a indicatori più estrinseci e personali, al contrario i ragazzi, le cui amicizie a quest’età sono generalmente costituite da gruppi estesi, sono influenzati rispetto all’accettazione di compagni con menomazione, dagli atteggiamenti tenuti dal gruppo.

A favore dell’importanza dell’informazione negli ambienti scolastici circa le tipologie di menomazione, la ricerca ha registrato un miglioramento degli atteggiamenti nei confronti della disabilità quando vi sono maggiori livelli di informazione.

A conferma del fatto che le attività di gioco sono fondamentali per favorire l’interazione e l’aumento dei rapporti amicali dei bambini con menomazione, Kim (2006) ha osservato come il gioco socio drammatico aumenta sensibilmente le interazioni rispetto a giochi come puzzle, costruzioni, pittura, disegno poiché, queste tipologie di attività, riducono drasticamente il contatto tra pari favorendo l’aumento della concentrazione sul materiale piuttosto che sul compagno. Nella ricerca è stato osservato come nel gioco socio drammatico i bambini hanno una vasta interazione sociale e comunicativa poiché sperimentano accordo e disaccordo, riuscendo così ad apprendere regole sociali e implicite. Perciò giochi del tipo far finta di “andare a fare shopping”, “dormire”, “mangiare”, “parlare insieme al telefono” consentono scambi comunicativi molto utili al coinvolgimento sociale dei bambini con menomazione, ma anche dei bambini normodotati.

Avere un compagno con disabilità: aspetti positivi per il gruppo dei pari

  • Miglioramento del rapporto con i compagni di classe
  • Quantità maggiore di interazioni positive 
  • Presenza maggiore di comportamenti collaborativi e pro-sociali
  • Maggiori livelli di altruismo 
  • Maggiore comprensione di comportamenti insoliti messi in atto da compagni con difficoltà
  • Incremento delle prestazioni scolastiche
  • Maggiore impegno profuso nelle attività
  • Maggiore partecipazione alla vita di classe

N.B.: comportamenti di interazioni con compagni con menomazioni vanno stimolati dagli adulti poiché difficilmente i bambini in autonomia interagiscono con compagni con difficoltà.

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