
Autostima nei bambini: come aumentarla?
L’autostima all’interno del panorama psicologico viene definita come un costrutto in continua evoluzione che si comincia a costruire fin dai primissimi anni di vita sulla base delle esperienze che il bambino fa del rapporto con le figure di riferimento e l’ambiente in cui cresce. È una parola composta da “auto” che significa “di sé stesso” e “stima” che fa riferimento al verbo stimare e significa “valutare, attribuire un valore”.
L’autostima rappresenta, dunque, il valore che ogni soggetto attribuisce a sé stesso e che non è preesistente ma si costruisce attraverso i rimandi che vengono dati al bambino dall’interazione con le figure di riferimento. In tal senso, l’autostima risulta plasmata dalle informazioni che il bambino riceve su di lui dall’esterno e continua a modificarsi per tutto l’arco di vita.
Fin da bambini si costruisce l’autostima e si colloca su un continuum che va da alta a bassa, sulla base dei feedback (positivi o negativi) che si ricevono interagendo e confrontandosi con persone, oggetti e situazioni nell’ambiente di sviluppo che portano a creare e modificare il senso della dignità e valore. Si tratta di un processo continuativo che inizia all’interno della famiglia e continua in tutti gli altri contesti sociali, come ad esempio la scuola. Quando si tratta di bassa autostima il bambino svolge una sottovalutazione di sé stesso, vedendo solo i suoi difetti e non riconoscendo aspetti positivi. Questo può essere innescato se fin da piccoli vengono esposti a feedback svalutanti e negativi.
Se il bambino verrà esposto fin da piccolo a feedback negativi e giudicanti che portano ad attribuire un valore negativo al sé e non al comportamento messo in atto (ed esempio dire “sei cattivo” al posto di “ti sei comportato in modo cattivo”) apprenderà quello schema interattivo e farà suoi i giudizi dati. In tal senso costruirà un’immagine di sé come “cattivo” e questo lo porterà ad attribuire un minor valore a sé stesso avendo ricadute anche sul suo modo di interagire con i pari. L’esposizione continua a feedback negativi aumenterà a concretizzerà un basso livello di autostima nel bambino. Anche il contesto scolastico gioca un ruolo fondamentale in questo processo di attribuzione del valore del sé: è il primo contesto in cui il bambino si sente effettivamente valutato e vive il confronto con i pari sulla base di medesime prove. Se all’interno di questo contesto sperimenterà l’attribuzione del voto alla sua prova come una valutazione di sé, di conseguenza,l’autostima dipenderà dall’esito del compito.
SI tratta invece di alta autostima quando il bambino riesce a riconoscere i suoi aspetti positivi effettuando una differenziazione tra il valore del sé, gli esiti delle prove e i giudizi che riceverà nel corso dello sviluppo.
Come si può agire per aumentare l’autostima in un bambino?
Il mantenimento e lo sviluppo dell’autostima dipendono dalle esperienze positive di efficacia che il bambino sperimenta giorno dopo giorno. Nello specifico si consiglia di prestare attenzione ai seguenti fattori:
▪ I successi: ovvero tutte quelle volte che il bambino sente di essere riuscito in qualcosa;
▪ L’autoefficacia: ovvero il senso di competenza, il sentirsi capace di fare;
▪ L’accettazione del gruppo: ovvero il senso di apprezzamento da parte del gruppo dei pari e delle persone significative;
▪ La soddisfazione: ovvero la sensazione che deriva dalla realizzazione delle proprie potenzialità.
Pertanto, è importante insegnare ai bambini a riconoscere le loro abilità e ad individuare i loro limiti, sottolineando e rinforzando positivamente i loro successi anche i più piccoli e stimoliamo l’espressione emotiva in maniera tale che i bambini possano imparare a riconoscere e controllare le emozioni negative che provano senza sentirsi sbagliati. Agire in questo modo per rinforzare l’autostima dei bambini fa sì che acquisiscano fiducia in loro stessi e siano in grado di trasformarla in sicurezza nella gestione delle attività quotidiane. Nello specifico si riportano di seguito alcuni punti che possono servire per agire direttamente su questi aspetti per aumentare la fiducia che i bambini hanno in loro stessi.
Evitare i confronti
Soprattutto quando i bambini sono in età scolare può essere spontaneo per i genitori confrontare il comportamento dei propri figli con i compagni di classe. Frasi come “Guarda Laura com’è tranquilla, perché non puoi stare buona anche tu?” non fanno altro che ridurre l’autostima del bambino e farlo sentire inferiore agli altri. Allo stesso modo elogi troppo positivi possono danneggiarlo: dirgli frasi come “sei tu il più bravo di tutti”, rischiano di metterlo in imbarazzo soprattutto se dette a bambini con bassa autostima in quanto sentiranno quel commento come non veritiero e distante da quello che loro riconoscono del sé. È bene apprezzare il bambino per le qualità che lo rendono un individuo unico, invece di confrontarle con quelle di altri.
Incoraggiare l’esplorazione di situazioni nuove
Incoraggiate il bambino a esplorare, a correre qualche rischio, a provare nuovi cibi, a trovare nuovi amici, a correre sul triciclo. Anche se c’è la possibilità di un insuccesso, senza correre rischi non ci sarà mai un’opportunità di successo. Quindi risulta maggiormente efficace lasciare il bambino a sperimentare, e resistete alla tentazione di intervenire per metterlo in guardia o per aiutarlo se è in difficoltà. è importante non sostituirsi al bambino portando avanti il lavoro o risolvendo una difficoltà: in questo modo si aumenterebbe la dipendenza e diminuirebbe il senso di autoefficacia. L’aspetto importante è sostenerlo e rinforzarlo per quanto mette in atto.
Offrire supporto
Se il bambino è in difficoltà e frustrato perché non riesce a svolgere un compito, un’azione come vorrebbe è importante che senta che c’è qualcuno pronto a sostenerlo. Ad esempio, se sta facendo un disegno e non riesce a fare le forme come vorrebbe è preferibile consigliarlo sul come fare dicendogli, ad esempio, “prova a fare i tratti più lunghi” senza sminuirlo dicendo “cambia disegno perché questo non ti viene”. In questo modo il bambino capirà che se non riesce a svolgere un compito potrà provare in un altro modo senza focalizzare la non riuscita su una sua incapacità.
Rinforzare i comportamenti positivi
Quando il bambino ha dei comportamenti positivi, ottiene buoni risultati è bene rinforzare questi accadimenti. Si raccomanda di non limitarsi a dire al bambino “sei stato bravo” in quanto potrebbe percepire che l’essere bravo è associato ai buoni risultati. Diviene importante rinforzare quanto il bambino ha messo in atto, spiegare perché è stato bravo esplicitando cosa lui ha fatto per ottenere quel risultato. Ad esempio, è preferibile dire “sei stato bravo in quanto ti sei davvero impegnato e hai fatto molti esercizi per ottenere questi risultati”.
In generale il bambino ha bisogno di sentirsi ascoltato e di avere l’attenzione dei genitori, primo step per capire che lui vale e che merita di essere ascoltato. Vedere che i genitori non solo lo ascoltano, ma lo guardano negli occhi mentre parlano, dando al bambino tutta la loro attenzione, aumenta la considerazione di sé e di conseguenza l’autostima.
SI lascia il link di un video per approfondire gli argomenti sopra descritti:
Bigliografia:
Giannantonio M., Mi vado bene?, Ed. Erickson, Trento, 2010