Genitorialità e lavoro: le mamme tra il senso di colpa e il senso di dovere

Nel momento in cui un bambino nasce anche una madre sta nascendo. 

Lei non è mai esistita prima. 

La donna esisteva, ma la madre, mai. 

Una madre è qualcosa di assolutamente nuovo. 

Osho

La genitorialità è un tema che apre molti interrogativi all’interno della società in cui viviamo: uno dei principali è quello in merito al rientro al lavoro delle mamme dopo la maternità tra la difficoltà del distacco e il bisogno di ritagliarsi del tempo per sé stesse. Allontanandosi sempre più da un modello familiare di tipo patriarcale, in cui la donna si doveva occupare della cura della casa e della famiglia e l’uomo del lavoro, diviene necessario interrogarsi su come venga gestito il rapporto tra mondo lavorativo e mondo genitoriale dopo la nascita dei figli. 

La nascita di un figlio si pone come l’evento che modifica lo schema di coppia, avuto fino a quel momento, per crearne uno completamente nuovo in cui i due partner assumono un nuovo ruolo: mamma e papà. Si tratta di un nuovo inizio in cui le neo-famiglie si trovano a costruire un loro equilibrio destreggiandosi tra i vari compiti quotidiani e l’accudimento del figlio che necessita delle loro attenzioni e di tutto il loro amore. 

Il termine “genitore” etimologicamente significa “colui che genera, che procrea, che dà la vita”,definizione che rispecchia l’atto di mettere al mondo una nuova vita e in sé racchiude il processo di cura amorevole che i genitori si trovano a svolgere nella crescita del bambino. Attualmente, si osserva come sia cambiata la divisione dei compiti che spettano alla mamma e al papà promuovendo un maggior divisione e condivisione di processi di cura del bambino. Questo consente alle mamme di non sentirsi tutto il carico della gestione del bambino e possono trovare supporto nel compagno. In generale resta maggiormente discusso il ruolo della mamma in quanto ancora carico di giudizi rispetto alle scelte che vengono messe in atto. 

Come viene vissuto dalla mamma il distacco dal bambino?

Sulla scorta di una concezione ideologica patriarcale, la mamma aveva in carico la maggior parte dei bisogni di crescita del bambino e tale ruolo diventava per lei fonte unica di realizzazione. Anno dopo anno si è potuto assistere ad una maggiore libertà delle mamme nel dedicarsi al proprio lavoro, alla cura di sé stesse e alla coltivazione di interessi che creano la possibilità di non avere come unico e totalizzante canale di realizzazione l’essere mamma. In altre parole, l’identità delle mamme viene definita anche sulla base degli altri ruoli che le stesse hanno nella società come ad esempio quello di moglieamica e collega. Diviene, infatti, importante che la mamma non si precluda dei momenti di coppia con il compagno in modo da coltivare anche la relazione senza sentirsi in colpa a ritagliarsi questi momenti affidando il bambino alle cure di un’altra persona. 

Questo processo non avviene a cuor leggero (anzi!), spesso crea non poche difficoltà, in quanto tornare al lavoro dopo la maternità diviene un momento di grossa incertezza per le mamme. Soprattutto nei primi mesi di vita mamma e neonato vivono una connessione fortissima anche nei ritmi quotidiani: quando il bambino ha fame la mamma è pronta ad allattarlo e quando il bambino dorme la mamma cerca di fare lo stesso. Il contatto fisico che ne deriva crea un legame molto potente tra mamma e bambino, tanto che nei primi momenti di distacco, vissuti spesso come un abbandono del figlio, la mamma potrà esperire forti sensi di colpa. Le aspettative e il giudizio sociale non aiutano la mamma a capire come gestire la separazione ma le caricano di interrogativi quali “sembrerò una mamma cattiva?”“il mio bambino reagirà male?”, “dovrei stare a casa con lui?” e tanti altri. 

Queste domande rendono ancora più difficile organizzare con serenità il distacco e il bambino potrà risentire dello stato emotivo della mamma e non vivere bene l’affidamento ad un’altra persona. Questo in quanto il forte legame che si crea porta il bambino a sentire e a vivere le emozioni della madre con la possibilità che lo stesso abbia delle risposte disfunzionali. Per questo motivo si consiglia alla mamma di scegliere la soluzione che sente più adatta a loro per affidare il bambino alle cure di un’altra persona: asilo nido, nonni, baby sitter la scelta dipende principalmente da cosa fa vivere con più sicurezza il distacco alla mamma. In questo modo la mamma potrà affidare con più facilità il bambino alle cure e allontanarsi per le ore necessarie per svolgere delle commissioni o per andare lavorare. Le mamme non perdono il loro ruolo di “mamma” o sono delle “cattive mamme” perché vanno a lavoro o si prendono del tempo per loro stesse sarebbe una privazione e una mancanza verso loro stesse non farlo.

Come può essere gestito il distacco tra mamma e bambino?

La differenza di come sia la mamma che il bambino reagiranno sta nel come viene gestita e organizzata e preparata la separazione. Ad esempio, risulta importante prima di separarsi dal bambino, anche quando si riuniscono, allattarlo e coccolarlo facendogli sentire che la mamma c’è e che lo accompagna al distacco che stanno per vivere. Inoltre, è bene che la mamma faccia entrare gradualmente la nuova figura di accudimento nella vita del bambino essendo presente anche lei nei primi incontri in modo da farlo sentire al sicuro e a suo agio. Quando si allontana e si riunisce al bambino è bene accoglierlo con il sorriso e con un tono di voce calmo e caldo in modo che possa indurre tranquillità e fiducia anche nel bambino. Il bambino deve sentire che la mamma quando la mamma torna c’è ed è tutta per lui, in modo che questo possa costituire una base anche per i successivi distacchi che dovranno affrontare e che porteranno il bambino a vivere con maggior sicurezza quell’assenza, certo che sarà momentanea.   

È bene considerare che i bambini hanno una buona capacità di adattamento e di affrontare i cambiamenti e il distacco dalla mamma può essere vissuto nel migliore dei modi se anche la mamma è tranquilla nel farlo. Tornare al lavoro, per la mamma, sarà sempre una sfida su più fronti: dovrà fare i conti con i mesi di assenza a prepararsi ad avere bisogno di tempo per rimettersi in forma anche sull’aspetto lavorativo. L’importante è comprendere alla necessità di delegare alcuni compiti e mansioni senza sentirsi in colpa o sminuire l’immagine di sé. Anche in casa dovrà concedersi la possibilità di delegare alcuni compiti al compagno per potersi godere dei momenti con il bambino senza aver la fretta di dover fare altro. 

Si lascia un link di un video in cui viene approfondito il tema delle mamme a lavoro

Bibliografia 

Rivista Italiana di Educazione Familiare, numero 2 (2019), Firenze University Press