
Il Training Autogeno
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà nuovi colori.
(Alda Merini)
Il Training Autogeno è una tecnica di “auto-distensione da concentrazione psichica” che nasce nel 1932 attraverso gli studi di J.H. Schultz, medico e psichiatra tedesco. Il termine “Training” significa letteralmente “allenamento” e “Autogeno” (che deriva dal greco autos-genos) vuol dire “che si genera da sé”.
Tale tecnica si pone l’obiettivo di aiutare le persone a recuperare lo stato di equilibrio somatopsichico alla quale ambiscono a seguito di situazioni in cui prevale la disarmonia a livello personale o relazionale. Si fonda sul principio per cui per recuperare l’equilibrio personale possa essere necessario ritrovare armonia tra la dimensione fisica, mentale ed esistenziale attraverso il recupero del concetto di unitarietà mente e corpo.
La persona come unità psiche-soma si pone, dunque, come concetto centrale del modello definito da Schultz il quale pone il benessere come il risultato delle possibilità dell’intero organismo di seguire e sviluppare le leggi della vita, dette bioma. Seguendo questo processo l’individuo ha la possibilità di svilupparsi in armonia con sé stesso e con la realtà che lo circonda.
Per Schultz l’individuo ha la possibilità di svilupparsi e realizzarsi pienamente seguendo le leggi vitali sul piano:
• Organico: sano funzionamento del corpo
• Psichico: espressione e realizzazione delle potenzialità innate
• Spirituale: adesione ai valori esistenziali che danno senso e significato alla vita
Infine, altro concetto cardine è la saggezza del corpo: il corpo, infatti, ha la capacità di autoregolarsi, se gli vengono create le condizioni ideali. Pertanto, attraverso il Training Autogeno si creano le condizioni ottimali affinchè il corpo segua da sè la via della guarigione, riportando spontaneamente le funzioni psicosomatiche a uno stato di equilibrio.
In che cosa consiste?
Il training autogeno è costituito da una serie di formule, si rappresentano anche come immagini mentali, che indotte conseguentemente da un esperto portano la persona ad esperire lo stato autogeno. La voce dello psicoterapeuta, direziona la persona secondo il preciso ordine delle formule ripetendole più volte, affinchè si venga guidati attraverso le sensazioni da provare nelle varie parti del corpo fino all’autogenia. Quello che si chiede alla persona è seguire le indicazioni date attraverso le formule per allenare il corpo ad arrivare allo stato autogeno, in modo che il training possa poi essere ripetuto anche al di fuori del contesto terapeutico.
L’esercizio che Schultz considera come condizione necessaria è l’induzione della calma (percezione del proprio corpo calmo e tranquillo) in quanto se si riesce ad arrivare in tempi brevi a percepire il proprio corpo come calmo e tranquillo risulta più semplice procedere con gli esercizi successivi che sono:
• Esercizio della pesantezza (percezione delle varie parti del corpo pesanti)
• Esercizio del calore (percezione del calore nelle varie parti del corpo)
• Esercizio del cuore (percezione del proprio battito del cuore calmo e regolare)
• Esercizio del respiro (percezione del respiro calmo e regolare)
• Esercizio del plesso solare (percezione del plesso solare piacevolmente caldo)
Una volta attenuto lo stato autogeno lo psicoterapeuta guida attraverso alcuni passaggi alla ripresa dello stato di normale funzionamento.
Come agisce e che benefici porta?
Nel concreto, il Training Autogeno stimola il sistema parasimpatico, parte del nostro sistema nervoso autonomo addetto alla regolazione dell’araousal e alla riparazione. Solitamente il sistema simpatico e il sistema parasimpatico interagiscono in modo tale da mantenere un equilibrio. Di fronte a uno stressor il sistema simpatico si attiva pe mobilitare le risorse dell’individuo, mentre il parasimpatico si attiva per ripristinare uno stato di equilibrio e riportare il sistema a riposo. Quando quest’azione di controllo viene meno, si assiste a un’iperattività del simpatico che provoca uno squilibrio che può generare in sintomi che variano a seconda dell’organo a cui si trasmette l’alterazione.
Il rilassamento prodotto dal Training Autogeno, stimolando il sistema parasimpatico, favorisce quindi la rigenerazione ripristinando quindi l’equilibrio dell’organismo. La concentrazione passiva sul corpo e il raggiungimento dello stato di quiete permettono la commutazione autogena dove avviene questa autoregolazione.
Gli esercizi, ossia le formule mentali, coinvolgono diversi livelli: la muscolatura scheletrica; la muscolatura liscia, che riguarda gli organi interni; e i processi cognitivo – percettivi. Si assiste perciò a un rilassamento muscolare, a un rilassamento dei vasi sanguigni, alla normalizzazione della funzione cardiaca, all’armonizzazione della respirazione, al rilassamento e all’armonizzazione degli organi addominali, a un miglioramento dei processi ideativi (concentrazione, attenzione, etc.), a un rilassamento dei vasi sanguigni nella regione del capo, e a un rilassamento cervicale.
Tutti questi effetti sono stati riscontrati oggettivamente e sono misurabili durante il Training Autogeno. Ad esempio si può obiettivamente osservare come la funzione respiratoria diminuisca di circa il 15% rispetto alla frequenza normale; oppure è riscontrabile un aumento della temperatura fino a 1°C. In conclusione la tecnica di autodistensione di Schultz ci consente di realizzare, sia a livello psicologico che a livello somatico, uno stato di per sé del tutto opposto alle reazioni in autotensione, tale da migliorare, modificare, risolvere o normalizzare funzioni psichiche o somatiche che si sono allontanate dal loro equilibrio originario
Questi effetti rendono il training autogeno una tecnica efficace per la gestione di disturbi d’ansia, gestione dello stress e di stati d’animo negativi soprattutto per gli effetti dal punto di vista neurologico e fisiologico.