
Ortoressia: quando mangiare sano fa male
“Guardare e riuscire a vedere non sono la stessa cosa”
L’ortoressia è l’ossessione per il mangiar sano, un fanatismo alimentare che fonda le sue radici su conoscenze superficiali delle corrette regole alimentari. Ortoressia deriva dal greco Orthos (giusto) e Orexis (appetito) e indica l’ossessione psicologica per il mangiare sano. Chi soffre di ortoressia è infatti controllato da un vero e proprio fanatismo alimentare, un complesso di superiorità basato sul cibo che lo porta a disprezzare chi non mangia sano.
È caratterizzata da preoccupazioni eccessive involontarie e non controllabili nei confronti del cibo (ossessioni) e conseguenti comportamenti ripetuti, altrettanto ingovernabili, che mirano a ridurre l’angoscia attraverso specifiche scelte alimentari (compulsioni).
Una deviazione anche solo minima da esse provoca una serie di conseguenze emotive a cascata, quali colpa, rabbia e umore depresso, fino a somatizzazioni di disturbi fisici (indigestioni, nausea, vomito). A loro volta, i sensi di colpa portano all’ulteriore irrigidimento delle regole alimentari, in un circolo vizioso, segnato da ansia sempre più crescente. Viceversa, dopo aver rispettato le regole alimentari, si provano generalmente sentimenti di soddisfazione e accresciuta autostima, collegati a un senso di controllo sulla propria vita.
Una delle principali conseguenze da un punto di vista sociale è l’isolamento. Infatti l’ortoressia rappresenta uno stile di vita che non può essere condiviso da chi non ha le stesse abitudini, il che giustifica l’evitamento dei momenti di socialità, spesso basati sulla condivisione di cibo. Con il passare del tempo, diventa impossibile andare al ristorante o accettare un invito a cena; l’attenzione alla qualità del cibo prevale sui valori morali e sulle relazioni sociali, lavorative e affettive, minando il funzionamento globale e il benessere dell’individuo.
Oltre che sul benessere emotivo e sociale, le conseguenze dell’Ortoressia si fanno evidenti sul benessere del corpo: squilibri elettrolitici, avitaminosi, osteoporosi, atrofie muscolari, tutti problemi che possono richiedere talvolta interventi di ospedalizzazione o configurarsi come condizioni irreversibili.
Si può guarire? Certo; un trattamento efficace deve essere graduale e procedere, da un lato, attraverso un lavoro sulle emozioni (in particolare, sulle paure di contaminazione e di malattia che mantengono l’ossessione) e, dall’altro, una reintroduzione dei componenti alimentari eliminati, puntando anche su eventuali malesseri fisici che possono essere causati dalla dieta squilibrata.