Sesso? Genere? Orientamento? Le molte dimensioni dell’identità sessuale

A chi non è mai capitato di regalare una tutina o un bavaglino rosa o azzurro ad un’amica, oppure ad un parente in dolce attesa? Se per la costruzione dell’Identità personale è fondamentale anche il riconoscimento da parte degli Altri, quella sua dimensione che possiamo chiamare identità sessuale è forse la prima che viene riconosciuta anche dall’esterno e re-inviata, quindi, ai bambini in maniera già codificata dal sistema simbolico-normativo di riferimento. 

La “narrazione” di un individuo in quanto “maschio” o “femmina” inizia spesso, infatti, ancor prima della sua nascita: basta pensare, ad esempio, a come i genitori inizino a riferirsi al figlio come “il nostrbambino” o “la nostra bambina” una volta avuta la conferma del sesso biologico attraverso l’ecografia; inoltre, non di rado si fanno strada fantasie legate a come sarà, alle sue future attività sportive (“sarà un giocatore di basket come papà“, “farà la maestra come la mamma“) e magari anche il contesto che accoglierà il neonato inizierà piano piano ad assumere caratteristiche culturalmente connotate in termini di maschile o femminile, come attraverso l’uso dei colori, tipicamente appunto azzurro e rosa, o la scelta dei giochi. 

Una volta venuti al mondo, e quindi in qualche modo già assegnati da tempo ad uno dei due ruoli sessuali in maniera corrispondente al sesso biologico, i bambini tendono pian piano ad assumere un’identità di genere maschile o femminile sia attraverso una pressione di tipo sociale ed educativa, sia attraverso una propria collaborazione attiva definibile come “autocaratterizzazione sessuale“. Questo concetto si rivela molto utile per meglio comprendere come l’orientamento dei genitori verso uno sviluppo in direzione maschile o femminile, pur coadiuvato anche da altri adulti e da coetanei nel rinforzare schemi espressivi di comportamento e ruoli sessualmente tipizzati, non sia tuttavia sufficiente a garantire la piena identificazione dell’individuo con il sesso assegnato alla nascita: attraverso questo processo di autocaratterizzazione, il bambino trattiene infatti dall’ambiente e dalle relazioni che lo permeano solo le informazioni che sente coerenti con la propria identità sessuale (Salvini, Faccio, Dondoni, 2011).

È chiaro, a questo punto, che quando si parla di identità sessuale ci si inoltra in un tema articolato e che è stato molto discusso nel tempo, sicuramente più complesso e sfaccettato di quanto appaia in prima battuta. Oggi si è per lo più concordi nel definirla un costrutto bio-psico-socio-culturale, esito della complessa interazione tra quattro principali dimensioni indipendenti tra loro, di seguito brevemente illustrate in modo semplice (talvolta accettando il rischio di sembrare riduttivi nelle definizioni), con l’obiettivo d’iniziare a fare chiarezza fra alcuni termini che spesso vengono confusi tra loro o utilizzati in modo inappropriato:

  • Genere assegnato alla nascita

A partire dall’esame visivo dei genitali esterni, si viene definiti come maschi o come femmine; il sesso biologico è tuttavia una dimensione più articolata, in cui giocano un ruolo importante non solo aspetti anatomici e morfologici, ma anche fattori genetici, ormonali, cromosomici e biochimici. Ci sono persone che, a causa di particolari interazioni che vengono a formarsi tra questi fattori, hanno infatti delle caratteristiche sessuali che non sono perfettamente assegnabili ad un genere né all’altro. Si parla in questi casi di intersessualità, temine “ombrello” che comprende appunto diverse variazioni fisiche o cromosomiche.

  • Identità di genere

Definibile come quel senso intimo, profondo e soggettivo di appartenere ad un sesso e non all’altro, a nessuno dei due o ad entrambi; le persone che vivono una congruenza tra il proprio sesso assegnato alla nascita e la propria identità di genere, sono dette cisgender, mentre chi avverte una discordanza può essere definito/definirsi transgender, altro termine “ombrello” sotto cui si possono trovare specifiche definizioni che differiscono tra lororispetto a dove si collocano su quello che sarebbe utile leggere come un continuum di possibilità legate all’identità di genere (per fare un esempio, si pensi ai Genderqueer, ossia coloro che non si riconoscono nella divisione dicotomica “uomo”-“donna”). 

È importante sottolineare come non tutti coloro che sentono di avere un’identità di genere non concorde con il proprio sesso biologico sperimentano forme di disagio psicologico e/o desiderano modificare il proprio corpo per raggiungere una maggior sintonia (Polloni, 2020). Quando, invece, questo succede e la discrepanza provoca una profonda sofferenza, si parla di Disforia di Genere (per un approfondimento sul tema, si rimanda alla pagina dedicata nella sezione Progetti di CareMind Studio, https://www.caremindstudio.com/progetti-integrati/disforia-di-genere/). 

  • Espressione di genere

Si riferisce al modo in cui le persone esprimono, nella società, la propria appartenenza di genere; si tratta quindi, in questo caso, di un processo sociale e comunicativo, connesso, ad esempio, con l’abbigliamento, il comportamento e l’apparenza. Quando l’espressione di genere diverge dalle aspettative socio-culturali, l’individuo viene definito gender bender (o gender non conforming) (Polloni, 2020). E’ il caso, ad esempio, delle Drag Queen e dei Drag King.

  • Orientamento sessuale

È un costrutto complesso, permeato da più dimensioni, che si riferisce, in estrema sintesi,all’attrazione erotica e/o affettiva per un genere, entrambi o nessuno dei due. 

Per facilitare ulteriormente una prima comprensione di questi aspetti, può essere utile rifarsi ad un semplice schema ideato per la prima volta da Sam Killermann nel 2011, e da allora spesso rivisitato e aggiornato, comunemente noto come The Genderbread Person, un’infografica che non ha la pretesa di etichettare o definire le persone nel loro sentire e nel loro essere, ma si presta ad un uso descrittivo di quella che è la grande variabilità umana su questo tema. Nei link di seguito, la versione in lingua inglese ed una traduzione italiana all’interno di un articolo di approfondimento.

Bibliografia e sitografia

Polloni G., Identità di genere e orientamento sessuale, pp.200 – 213, in Bernorio R. et al. (a cura di), L’approccio diagnostico in sessuologia, Franco Angeli, 2020

Salvini A., Faccio E., Dondoni M., Come si diventa uomini e donne? L’identità sessuale e la riorganizzazione dell’identità di genere nel transessualismo, pp.224 – 230, in Salvini A., Dondoni M., Psicologia clinica dell’interazione e psicoterapia, Giunti, 2011

www.genderbread.org

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